Bufale, informazione e Minculpop

In questi giorni è stata istituita l’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al COVID-19 sul web e sui social network. Una commissione contro le fake news, insomma, annunciata ufficialmente dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, tal Andrea Martella (Pd, faccia dell’ideologia meritocratica della Leopolda). Una sorta di ministero della verità sul Covid-19. Un nome che crea disagio anche se il nome del virus non è questo. Covid-19 è la malattia. Il virus si chiama SARS-CoV-2. Non fa niente. Non è questo il problema. Quello che invece non si riesce a capire è come una commissione governativa possa stabilire cosa sia vero e cosa falso. La cattiva informazione la combatti con la buona informazione. Le menzogne le combatti con la testimonianza di verità inoppugnabili. E quindi, la caccia alle fake news può avere un senso se la task-force provvederà a smentirle, a dimostrare che ciò che è scritto è sbagliato e, in quanto tale, può essere pericoloso. Non certo per mettere il bavaglio oltre che la mascherina a voci fuori dal coro. Allora mi chiedo: come faranno a giudicare il vero e il falso? Cosa sanno di un virus davanti al quale gli stessi virologi sembrano avere più dubbi che certezze? Con quale autorità scientifica e morale assolveranno o condanneranno? Sono davvero preoccupato per loro. Non metto in dubbio la sapienza e il buon senso di nessuno di loro, ma davvero se la sentono di sentenziare la verità sul virus? Di riconoscerla al di là di ogni ragionevole dubbio? E perché proprio ora dobbiamo ritornare a parlare di fake news? Ma cos’è questa roba? Il problema sono anche gli uomini scelti per questa bizzarra Unità di monitoraggio. Persone che, in quanto “chiamate”, sono necessariamente “di parte”. Scelte in quanto appartenenti alla solita cerchia riconosciuta, della comunicazione e giornalisti, finalmente abilitati a dare addosso, a zittire, a intimorire chi non appartiene al loro giro. Il nuovo organismo avrà vari compiti: dall’analisi delle modalità e delle fonti che generano e diffondono le fake news, al coinvolgimento di cittadini ed utenti social per rafforzare la rete di individuazione, al lavoro di sensibilizzazione attraverso campagne di comunicazione. Ma cosa ci garantisce che non sia un Minculpop strabico? Che chiuda un occhio benevolo sulle fake news di una parte, e sbarri l’occhio indignato sulle fake dell’altro? Verrebbe da sorridere perché in prima linea nella guerra a menzogne e distorsioni ci sono proprio gli addetti ai lavori dei cosiddetti giornaloni che da più di due mesi contribuiscono a un’operazione di “rappresentazione” spettacolare dell’epidemia in termini sensazionalistici, tra sussurri e grida in sostituzione dell’informazione, con le supposizioni al posto dei dati, favorendo l’irruzione dell’immaginario all’interno della realtà, promuovendo una percezione avvelenata dalla paura, condizionata dall’imposizione di quello che vogliono mostrarci le telecamere.

Basta con questa retorica. L’aria è già abbastanza morbosa, e non solo per il coronavirus. Cominciamo col dire la verità agli italiani chiusi in casa agli arresti domiciliari: siamo in una situazione drammatica. Bisogna fare un discorso di verità. Siamo in una situazione drammatica a livello sanitario, economico, finanziario, sociale, e noi parliamo di task-force contro le fake news relative al COVID-19, come non bastassero i programmi di “informazione” frequentati, o meglio infestati, da personaggi che rimasticano da mezzo secolo le stesse quattro idee posticce e che, come Don Abbondio, non sapendo cosa sia il coraggio non saprebbero neppure come fingerlo. Un granitico blocco di potere – il solido muro – contro cui tutto si spezza. Chi vi si mette all’ombra, al contrario, campa tranquillo. Personaggi che pensano che per ripianare il debito pubblico dovremmo venderci Montecitorio e il Colosseo. Il problema sono le priorità degli italiani. La salute degli italiani. Non certo le bufale. Quelle basta riconoscerle. Le fake news, come l’odio, non sono di destra o di sinistra: sono balle e basta, floride ovunque ci siano ignoranza, creduloneria e rancore.

Mi chiedo allora quali siano le conseguenze di tutto questo. Oggi è il virus, domani potrebbe essere altro. L’idea che possa esistere una verità di Stato francamente mi mette paura.

Lascia un commento